Supplemento S71 - Editoriali

Prefazione

Gentilissimi Amici e cari Colleghi,

con grandissimo piacere presento il volume degli Atti del XV Congresso della Società Campano Siciliana di Nefrologia celebratosi a Trapani dal 21 al 23 Maggio del 2015, godendo dell’ospitalità dell’amico Vito Barraco i cui affettuosi sforzi organizzativi ci hanno permesso ancora una volta di rivederci e di condividere un percorso che ha radici lontane e che continuerà a dare in futuro i suoi frutti nell’interesse dei nostri pazienti.

Sicuramente il XV Congresso segna una data importante, con bilanci positivi vista la vitalità scientifica che nel corso del tempo si è sempre toccata con mano, e la nutrita partecipazione congressuale nelle varie sedi Campane e Siciliane ove alternativamente i Congressi sono stati celebrati.

Questo Congresso in particolare ha però purtroppo risentito in maniera significativa della situazione economica nazionale e delle conseguenti indicazioni della SIN, che hanno per la prima volta ridotto temporalmente la manifestazione, purtroppo senza tenere conto delle difficoltà logistiche legate alla distanza geografica tra le due Regioni.

Ciononostante la presenza, il livello delle relazioni, il numero dei poster ci hanno ampiamente gratificato e portato ancora una volta a sottolineare che la visione iniziale che ha condotto alla fusione delle due Società Siciliana e Campana, superando localismi e personalismi, è stata ampiamente profetica ed ha permesso un progressivo sempre maggiore interscambio culturale, personale, e amicale tra le due Regioni che dobbiamo tutti augurarci possa continuare nel tempo raggiungendo sempre nuovi traguardi.

In questo spirito non posso non ricordare colleghi quali Michele Bono, Bruno Cianciaruso, Carlo Spata, Ida Carnera, Bruno Memoli, Maria Pluvio, che ci hanno preceduti, e che devono essere sempre tenuti presenti in quanto ognuno di loro ha di fatto contribuito a costruire la storia della Società.

E sempre parlando di Storia mi sia permesso a questo punto di ricordare anche coloro che nelle nostre due Regioni hanno iniziato da veri pionieri l’avventura del Rene Artificiale come Carmelo Giordano – Policlinico di Napoli 1960, Pompeo Sorice – Ospedale dei Pellegrini 1968 Napoli, Enrico Infantone – Ospedale Garibaldi Catania 1964, Domenico “Mimmo” Scimone Ospedale Margherita – Messina 1966, L. Rapisarda – Palermo 1967 (dati ANED) senza dimenticare sempre a Messina Filippo Romeo Ospedale Piemonte 1967.

Tutti noi conosciamo le difficoltà che in questo momento noi Nefrologi siamo chiamati ad affrontare e quale Presidente non nascondo le mie preoccupazioni e perplessità di fronte alle decisioni del Legislatore che da un lato inserisce nei LEA la Malattia Renale Cronica, dall’altro prevede un drastico “taglio” delle Unità Complesse di Nefrologia e Dialisi senza tenere presente le enormi differenze esistenti tra Regione e Regione sia dal punto di vista orogeografico, sia dal punto di vista di “organizzazione del territorio” che soprattutto nel Meridione d’Italia risulta parecchio se non totalmente deficitario, rimanendo in moltissime zone, come unici presìdi, soltanto i “centri privati accreditati” che tra l’altro hanno sempre avuto il grande merito di avvicinare il più possibile il trattamento al paziente evitando lo stress, la fatica, ed i costi dei viaggi chilometrici per avere assicurato la dialisi.

Si evidenzia quindi ed ancor di più il ruolo delle Società Scientifiche Nazionale e Regionali che assumono ed assumeranno maggiormente il vero ruolo di interlocutori del Potere Politico, con l’onore e l’onere di fare percepire al Legislatore la gravità di una patologia che interessa silenziosamente dal 7 al 10% della popolazione e l’importanza della sua prevenzione e cura, ricordandoci che il vero obiettivo per tutti noi sarebbe vivere un mondo “Dialysis free”.

Che dire di più? Nulla se non augurare alle nuove generazioni di Nefrologi che man mano vengono avanti di mantenere lo stesso entusiasmo che abbiamo vissuto noi Seniores nell’inoltrarci in una Specialità che non ha raggiunto ancora il suo apice nella conoscenza, ed è ben lungi dall’avere esaurito la sua potenzialità scientifica e tecnologica, ricordandovi sempre che nonostante “omnia medicina nescit, nequit medicina omnia” tutti i nostri sforzi e le nostre fatiche sono e dovranno essere sempre e soltanto orientati verso il malato nel tentativo di lenirne la sofferenza.

 

Biagio Ricciardi

Presidente Società Campano-Siciliana di Nefrologia